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Vengo a te contro il mondo e contro me stessa. Vengo a te, per te.
Con le mani incrociate sul libro chiuso che teneva in grembo, la testa china, assorta in una concentrazione di tutto il suo essere, donna Clara ripetè lentamente: A te, per te.
Un passo nella stanza attigua la fa balzare in piedi.
— Senio!
Egli entra, le bacia prima la mano, poi le labbra.
— Così tardi?
— Tardi?... no, sono appena le nove.
— E un quarto.
— Le nove e dieci.
— Morivo già.
— Per così poco?
Sorridono un po’ forzatamente, di un sorriso che non ha in entrambi lo stesso valore di espressione e che non si fonde.