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di estasi, portati sopra ali misteriose al di sopra della folla, fuori del mondo, lontano, in alto. In alto! il motto di donna Clara, che Senio ripeteva tra sè invaso da una subitanea spiritualità.
Per la prima volta in vita sua non sapeva quel che voleva. Sentiva in sè la presenza di un’altra volontà; un padrone lo dominava, lo conduceva alla cieca per vie ignote di cui non vedeva la fine, e la dolcezza di questo stato era tale che non tentava neppure di reagire. Così, talvolta, nelle notti calme di luna il barcaiuolo, abbandonati i remi e sdraiato sulla barca, si lascia portare come nella infinita dolcezza di un sogno.
A questo pensava Senio, a una barca scendente alla deriva tra due sponde di fiori, mentre lui e donna Clara percorrevano nel silenzio della sera il viale della casina.
— Qual’è il suo concetto della felicità? — diceva donna Clara con quella voce dolce e