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Questa gioia inconscia, questa meta indefinita al di là della meta fissa lo mettevano in uno stato di idealità insolita; egli si sentiva non poeta ancora, ma poetico. Scorgeva nella natura aspetti nuovi; gli venivano in mente frasi e parole, alle quali una volta non trovava alcun significato, e che gli si rivelavano adesso come vocaboli di una lingua che stesse imparando. Anche nelle idee sociali e politiche trovava un lato diverso, quasi un tasto dimenticato che vibrava improvvisamente dando a tutte le sue idee un movimento di ascensione, una sensazione di volo.

Egli conosceva già la via del Gottardo; l’aveva percorsa nella gioia della sua giovinezza e dell'avvenire che gli splendeva davanti. Ma ora la rivedeva con certe trasparenze più aeree nel cielo, con una intensità di azzurro nei monti e sopratutto con un senso nuovo della sua persona, quasi una specie di maturità che lo rendeva profondamente felice.