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principio, da Corinna. Le descrisse la casa provinciale, le abitudini antiquate e le grandezze e le meschinità di quell’ambiente fatto tutto d’amore e di sacrificio. Poi gli anni del collegio, gli studi, i sogni, i viaggi, le ambizioni, le lotte per l’ideale, le lotte per resistenza. E più ancora le lotte intime, scoraggianti, contro lo scetticismo.

Ella si rialzava, tutto ardore, vedendo un compito davanti. Avrebbe voluto parlargli di sè stessa, ma temeva di perder tempo e, tutta intesa a cercare l’accordo, metteva la propria anima negli occhi, nell’accento, nella stretta di mano, nell’attenzione muta e palpitante.

Si riservava a parlare di sè più tardi, in altro tempo, felice di conservare questa risorsa per una maggiore intimità. Non chiedeva a sè stessa quando ed in quale misura tale intimità potesse venire, accontentandosi di sentirla vibrare intorno a sè, quasi una elettricità latente ed inevitabile.