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suo compagno. Quale sorpresa! Chi sa se egli mi ha riconosciuta! Io lo conosco da molto tempo; abbiamo viaggiato insieme lo scorso inverno senza dirci una parola; cioè sì; io gli dissi: grazie, per avermi ceduto il passo.

«E poi lo rividi nel mese di agosto, il primo giorno che deposi il lutto della mamma. Egli è di quelle persone che, viste una volta, non si dimenticano più. A Venezia, sotto le Procuratie stettero esposti per una settimana due zaffiri destinati ad una principessa orientale; i suoi occhi sono come quegli zaffiri, freddi e chiari. Sono pietre preziose dunque? Ecco un nome ed un aggettivo che mi fanno pensare. Il suo nome stesso è fatidico: Senio-Straniero

Donna Clara si fermò ripetendo Senio-Straniero, con una sensazione dolorosa. I foglietti le caddero di mano, e così, senza una ragione apparente, fu invasa da una profonda malinconia. Prima di riporre l’Agenda scrisse sull’ultimo foglio: