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Si strinsero la mano con espansione. Ella stette a guardarli finchè scomparvero dietro gli oleandri.
Appena furono soli, Senio palesò a Stefano come egli avesse già veduta la signora e come la trovasse bella, simpatica, adorabile. Stefano fece eco, ma con minore espansione. In fondo all’animo suo la sensazione materiale evaporava in una malinconica dolcezza.
— Ella ha tutte le doti che dànno diritto alla felicità, eppure non è felice.
— Non si direbbe.
— Perchè è molto gentile, nevvero? La bontà del suo cuore la mette in grado di ricevere per riflesso la gioia ch’ella dà agli altri.
Su questa frase il dialogo dei due amici si interruppe bruscamente. Stefano usava spesso queste sentenze riassuntive, frutto di una esperienza che meravigliava sempre Senio, mostrandogli quanto fosse opposto al suo il carattere e il modo di sentire dell’amico.