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ceva una cupola d’ombra intorno al capo. Sparve, così, lasciando Senio estatico a seguirla con lo sguardo, provando la sensazione di respirare un’aria più pura là dov’ella era passata, dove sembrava essere rimasto, negli atomi invisibili, qualche cosa di lei.
— Eppure non mi è nuova! — tornò a pensare Senio, riprendendo la passeggiata a capo chino. — Io l’ho vista altrove.
Gli era rimasta negli occhi l’immagine di quell’abito bleu cascante con un grazioso molleggiamento di seta floscia, ed il riflesso bleu dell’ombrellino sulle spalle e sul collo della signora. Se non che, a furia di ripensarvi, il colore mutava nella sua memoria; era un nero intenso che la copriva dalla testa ai piedi, un nero di lutto. — Ah! — esclamò quasi a voce alta, battendosi la fronte — ora ricordo. E con la gioia ingenua di uno spiegatore di sciarade, Senio potè dire a sè stesso di avere riconosciuta nella incognita la stessa persona che