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sorridere con maggior copia di promesse. Gli dicevano: — Sii felice! Sentiremo parlare di te! Il mondo è tuo!

Tutti questi auguri, questa corrente di simpatia lo avvolgevano di nuovo nella contentezza. Sì, sì, egli voleva essere felice, voleva far parlare di sè, voleva conquistare il mondo.

La persuasione della superiorità che egli aveva sopra la grande maggioranza, superiorità di fisico, d’intelligenza, e soprattutto di una piena libertà d’azione, lo rendeva orgoglioso. Guardava con un po’ di compassione, velata fors’anche di disprezzo, tutte quelle povere esistenze che egli si lasciava dietro, quelle menti piccine dagli orizzonti ristretti; tutta una popolazione meschina che viveva di lavoro e di sacrificio, paghi, i più felici, di un desco discretamente ammannito e di una giovane sposa che regalasse loro un figliuolo ogni anno.

— Ah! — fece Senio con una scossa, come