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UN

NOME CHE RISORGE.

Il materialismo, dall’ultima quarto del secolo scorso fino allo scoppio dell’immane tragedia che insanguina il mondo, sembrava avere travolto nelle sue branche di piovra arte, letteratura, costumi. Nella corsa vertiginosa al denaro che dà il piacere immediato agonizzavano i nobili sentimenti di amor patrio, le sante tradizioni della nostra storia, e anche i nomi di coloro che la patria e la storia dovrebbero incidere nelle loro pagine più gloriose giacevano dimenticati in ingiusto oblio.

Fra essi lontana più di tutti nelle nuvole di quel tempo detto, non senza una punta di sarcasmo, romantico, Giuseppe Mazzini. Se accadeva di pronunciare il suo nome, subito lo si faceva seguire dalla qualifica di visionario e pur ammettendone le buone intenzioni gli veniva negata la praticità dell’ingegno, il concetto esatto della realtà. Una generazione cresciuta nell’idolatria del proprio benessere non poteva seguire i voli di una mente che, oltrepassando le meschine verità dell’ora, fissava con lucidità profetica