Pagina:Neera - Profili, impressioni e ricordi, Cogliati, 1920.djvu/15


Un idealista

discorso seguito. Ogni tanto uno di noi lanciava una parola che sembrava cadere e frangersi contro un ostacolo invisibile. La sua attitudine scorata mi disorientava nel modo più assoluto. Pensai di leggergli un breve lavoro del quale Egli aveva già approvata la tesi.

L’abitudine di leggere insieme eragli molto cara. Quando leggeva, leggeva bene, e quando ascoltava, ascoltava anche meglio. Il suo volto intelligente e serio prestavasi ad una attenzione intensa; c’era tanta simpatia nel suo sguardo avido di intellettualità che una correhte si stabiliva subito fra il pensiero di chi leggeva e il suo. Intendeva a volo, gustava prontamente; un leggerissimo movimento della bocca tradiva solo la sua approvazione che restava interna, come un piacere che volesse trattenere, mentre la parola di biasimo gli usciva ratta e decisa. Ma anche la lettura quella sera non andò. Alzando gli occhi lo vidi pallido, con un aspetto sempre più affaticato. Chiusi il manoscritto, sentendomi invasa io pure da un malessere.

Mentre cercavo fra me che cosa avrei potuto dire al mesto amico, il paralume della lampada che avevo accesa allora, prese fuoco. Ci alzammo tutti e due per spegnerlo e quando il pericolo fu finito, Egli mi spiegò concitatamente come dovevo fare per evitarlo un’altra volta. Poi ricadde nel silenzio.

Un odore di bruciaticcio persisteva nella stanza; dalla lucerna tutta nuda diffondevasi una lu-