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Un morto. | 89 |
paziente che la fa somigliare a un piccolo razzo quando prende fuoco.
Sì, lo aveva.
Era un libricino giallo, fresco, nuovo col frontispizio rosso e in caratteri elzeviriani, ma non osava deporlo sul tavolino di Sofia.
— Datemelo dunque!
— Non so se devo — disse Emanuele colla sua bella voce larga e sonora — la critica ha trovato molti peli in quest’ovo...
— Ragione di più. Le ova senza pelo sono una cosa tanto comune!
— Ma si vuole che questi sien peli da satiro...
— Via, anche i satiri non saranno poi così brutti come li dipingono.
— Decisamente non avete paura? — disse Emanuele con un sorriso singolare.
— Io no; perchè dovrei avere paura?
Il dottorino si morse le labbra.
— E la signora che dice? — esclamò volgendosi dalla mia parte.
Sofia interruppe:
— Aprite il libro a caso e leggete qualche strofa. Noi abbiamo a buon conto dei parafuochi che potranno servire da parapudore — è ancor meglio che fare da paramarito come li destinava la buon anima di Parini.
Emanuele aperse il libro e lesse (credo con intenzione):
Non ti ricordi |