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88 | Novelle gaje. |
— Trenta.
— Ma il tuo cotone è più grosso del mio.
— Mettine trentacinque allora; sono più che sufficienti. Maria non ha le gambe molto robuste.
Ruppe il filo perchè c’era un nodo e le cadde per terra il gomitolo; glielo raccolsi ed ella mi disse grazie, poi:
— È strano, quegli occhi! Sono azzurri affatto affatto.
— Gli occhi di Maria?
— No, gli occhi di Emanuele.
— Ah!
— Di un azzurro scuro, profondo...
— Bleu marin insomma.
Sofia diede fuori in una gran risata. Quel colore di moda, quel colore della sua sottana e del suo corpetto brettone applicato agli occhi di un dottore le parve buffo.
Rideva ancora quando Emanuele comparve sull’uscio.
Aveva un’aria composta e grave; davvero, se avessi avuto una figlia di vent’anni glie l’avrei confidata senza scrupoli.
Una mestizia tranquilla impallidiva il suo volto senza alterarne le linee; c’era in lui del quaquero e del puritano — e pensare che io... vergogna! sì, per un momento mi erano pullulati nel cervello certi sospetti... Come si è maligni! Dio de’ dèi, quanto fango ci deve essere in questo nostro io pensante per vedere sempre del male!
— L’avete? esclamò Sofia con quella sua foga im-