Pagina:Neera - Novelle gaje, Milano, Brigola, 1879.djvu/92

82 Novelle gaje


Garzes che sembrava molto contrariato per la metamorfosi del suo amico.

Pigliammo anzi le mosse un po’ presto perchè alcuni nuvoloni neri neri minacciavano un cinquantesimo rovescio di pioggia per terminare degnamente la settimana.

Oneste ci accompagnò un tiro di schioppo, avendo cura di annodarsi un foulard intorno al collo a cagione dei reumi cui andava soggetto.

Dopo una confidenza fatta con tanto candore, noi ci unimmo tutti per pregarlo a rincasare, non volendo assolutamente che s’infreddasse per colpa nostra.

Oreste cedette e si accontentò di affacciarsi alla finestra della villa sventolando il suo fazzoletto di tela rossa.

— Miseria di Dio! — borbottò Garzes — come è possibile cambiare a questo punto?

Una ragazzina passava con un fascio di legna in testa; il suo magro corpicciuolo curvavasi sotto il peso e attraverso la manica sdrucita i fuscelli più lunghi sfregiavano la sua spalla candida e nuda.

Eppure cantava allegramente trovando tempo di rosicchiare un pezzo di pane nero, negli intermezzi.

O divina gioventù!