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60 | Novelle gaje |
Se vi ricordate... e come dimenticarlo?
Fate dunque la cornice profondendovi quanti raggi di luna e quanti profumi avete a vostra disposizione; mettetevi tutto l’azzurro possibile, tutta la poesia immaginabile; sommate i miei anni con quelli d’Oreste — trentacinque — aggiungete il gas che l’aleatico svolgeva nei nostri cervelli e poi statemi a sentire.
La strada era lunghetta, ma il problema di percorrerla in un dato tempo andò presto a vuoto per il fatto che ci trovammo improvvisamente ad un crocicchio dove
...la dritta via era smarrita. |
Oreste accusava un pioppo, un pioppo ingannatore, che somigliava tutto a quello che doveva servirci di guida.
Scaricò cinque o sei bestemmie contro l’albero, il quale squassando serenamente la sua cima inargentata, aveva tutta l'aria di pigliarci a gabbo.
— Torniamo indietro?
Oreste mi guardò con cipiglio fiero, come se gli avessi proposta una viltà.
— E allora?
— Allora avanti! Avanti, matricolino, ti insegnerò io il passo di carica.
Quando Oreste voleva spiegare la sua massima autorità mi chiamava matricolino, sembrandogli che dopo questo richiamo alla mia inesperienza non avrei più osato oppormi.
Nè mi opposi maggiormente alla scelta della via, poichè tre sentieri raggiavano egualmente bianchi al lume della luna senza indicazione della meta, e Ore-