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40 | Novelle gaje. |
Che fu, che non fu, ci trovammo un bel momento abbracciati! Giannina era una donnetta di buon senso; mi fece sedere gravemente su una sedia, sedette ella stessa al mio fianco e mi tenne il seguente discorso:
— Caro Torquato, dobbiamo ragionare con serietà; anzitutto riflettete a mente fredda se mi amate veramente.
— Vi adoro!
— Uh! che sacrilegio, le mie caste orecchie non possono ascoltare questa sacra espressione volta a un oggetto profano.
— Burlatemi, Giannina, burlatemi, avete tutte le ragioni del mondo; frattanto vi adoro.
— Che Dio abbia compassione dell’anima vostra!
— E voi del mio amore.
— A proposito, torniamo a capo. Accettato dunque che voi mi amate, che pensate fare, per norma?
— Quello che fanno tutti — risposi non senza un po’ d’imbarazzo.
— Tutti coloro che vanno per la retta via? — aggiunse la scaltra vedovella lanciandomi un’occhiata assassina.
— Certo.
— Va bene, Torquato, ma voi non siete in condizione di prender moglie.
— Oh! perche? — chiesi ingenuamente.
— Perchè non avete esperienza di mondo.
— Come c’entra il mondo... fra noi due?
— C’entra, vi dico e ne posso sapere più di voi, dal momento che sono vedova.