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248 | Novelle gaje. |
Beniamino preparò il suo fazzoletto giallo, e rispose malinconicamente:
— Sono giovani sposi, poverini!
La moglie del salumaio, che si interessava naturalmente agli affari dei suoi avventori, soggiunse:
— Lo dite in un certo modo, come se l'essere giovani e sposi fosse una disgrazia.
— Eh! la è pur troppo, quando mancano i mezzi per la nascente famiglia, quando non si ha nè un amico, nè un parente...
— Ecco il burro — interruppe il salumaio.
Beniamino prese il burro e sporgendo il pargoletto attraverso il banco, gli disse:
— Fa un bacio alla signora!
L’autenticità di quel bacio può restar dubbia, ma è però vero che la faccia rugosa della matrona fu sfiorata dalle fresche guancie delicate — e che ella sorrise per la seconda volta.
Beniamino se non avesse tenuto con un braccio il fanciullo e coll’altro il burro, si sarebbe data un’allegra fregatina di mani.
⁂
Nei giorni seguenti le visite si rinnovarono.
L’austera salumaia, vinta dalle grazie innocenti del bambinello che forse le rammentavano i suoi begli anni andati, trovò per lui un palpito di tenerezza. Si abituò a vederlo, a vezzeggiarlo, a preparargli, sotto al grembiale, la sorpresa di un bel pasticcino caldo. Senza saperlo prendeva possesso delle sue preroga-