Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
Perchè sono celibe. | 197 |
⁂
Trascorse una settimana.
— E così? disse una mattina il mio medico appostandomi a metà strada dall’ufficio: Cosa facciamo?
— Quello che volete — purchè qualche cosa si faccia.
— Venite con me questa sera all’opera; si rappresenta la Gazza Ladra, con intermezzi ballabili.
— E...
— Già, s’intende; ella vi sarà. Fatevi bello più che potete.
Fatevi bello! — a un uomo di quarant’anni che ne dimostra quarantacinque e che subisce da dieci anni le torture di un celibato forzoso!
Mi feci la barba, la scriminatura, e il nodo della cravatta; di più non potei fare — a meno di tingermi i capelli che cominciavano a incanutire sulle tempie — ma rigettai subito questa femminea e codarda ispirazione.
Il dottore fu puntuale; entrammo in teatro pochi istanti prima che l’orchestra suonasse la sinfonia e ci eravamo appena collocati in un posto di nostro genio quando da un palco di terza fila balenò davanti a miei sguardi rapiti la divina Aurora.
Ciò che colpiva subitamente in lei era la maestà elegante dei contorni e la fulva capigliatura che le ondeggiava superba sugli omeri come la criniera d’una leonessa.