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192 Novelle gaje.


Dal momento che questo fatto era provato acquistavo il diritto di indagarlo nei suoi più ascosi recessi. È la provvidenza che diede i calli a Martino, che fece piovere, che fece correre quel giovinotto dietro a quella sartina — è la provvidenza che impedisce a un galantuomo di rompersi il collo sui rosei sentieri d’un imeneo... in tre.

Posso e devo e voglio leggere questa lettera:

«Mio fratello d’amore e di sventura!»

Incominciava così: già le donne sentimentali amano sempre fraternamente, finchè giunge un momento

... che il fraterno amor, non so dir come
Strano incendio diventa e cambia nome.

«Un destino fatale, un padre spietato e sopratutto l’essere soggetti alla brutale necessità del danaro mi rapiscono, idolo mio, a’ tuoi amplessi. Ma non credere che la tua Francesca possa dimenticarti giammai; il mio corpo apparterrà a un altro uomo, ma l’anima mia, il mio cuore, i miei pensieri, i miei desideri, saranno sempre per te.»

Mi imagino che il lettore non sarà molto desideroso di conoscere il resto di quell’epistola. La poesia e il sentimento v’erano profusi a larghe mani. Francesca prometteva al suo amante che gli avrebbe mandato caldi sospiri nella brezza della sera, nel mormorio del ruscello, nel canto dell’usignolo.

A lettura finita decisi che Francesca non sarebbe stata mia moglie; va benissimo che il signor Ciro ap-