Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
8 | Novelle gaje. |
carezzare i platani frondosi, chiedi al ruscello se rallenterà il suo corso, chiedi al sole di domani se brillerà ancora sulle nostre teste!...
— L’aria è un po’ fredda, per te, mia divina!
— Posa la tua mano sul mio cuore e mi sentirò avvampare. Tu sei la mia vita.
L’allodoletta cantò e noi non l’udimmo.
L’alba che spuntava dietro le creste dei monti ci sorprese abbracciati. Wilhelmine si coperse di un incantevole rossore.
— Addio, mio puro giglio! — esclamai ebbro di felicità.
— Addio, mio unico pensiero!
Lungo la strada incontrai molte fanciulle che si recavano ai lavori.
— Donne! mormorai guardandole con disprezzo. Donne plebee e volgari, materia appena animata. O Wilhelmine, spirito etereo, tu sola esisti per me!
Durante la settimana chiesi invano alla mia bella di concedermi una seconda conversazione al raggio delle stelle — ella resistette dolcemente, ma con fermezza.
Le era venuto qualche scrupolo; il suo cuoricino ingenuo temeva di abbandonarsi troppo alla passione.
Pregai, piansi, promisi, ottenni.
Al giovedì ci trovammo ancora — splendeva la luna — ella teneva sui ginocchi Werther tradotto in italiano — ed io sdraiato a’ suoi piedi leggevo le pagine più sentimentali — (la toccante descrizione di Carlotta che spalma il burro sul pane per i suoi fratellini).
— Domenica vai ancora dalla tua amica? — le chiesi al sabato a sera.