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La pipa dello zio Bernhard. 161

credere di essere a Balsora o a Bagdad, dove ai tempi del califfo Aaron-al-Raschid succedevano tali strane avventure. S’è mai udito di un ladro che si introduce di notte in una casa per rubare una pipa?

— Non pare verosimile infatti, poichè vi sono le nostre belle posate d’argento e la tua catena d’oro, Joseph, e la mia collana di perle; no, qui vi è un mistero.

— Un mistero! — borbottò il borgomastro — un mistero nella mia amministrazione, nel mezzo della mia buona e pacifica città di Lindau! Gretchen, te ne scongiuro in nome del nostro amore, non parliamo più di questa faccenda. Sento che domattina non avrò appetito.

— Joseph — riprese la donna incrociando le sue mani grassoccie sopra la rimboccatura del lenzuolo — m’è venuto un sospetto. Non potrebbe essere l’anima dello zio Bernhard ch’è venuta a riprendere la sua pipa?

— Gretchen — disse l’onesto magistrato con voce solenne — vi sono tali argomenti che la gente timorata non affronta mai. Prega pace all’anima dello zio Bernhard e procura di addormentarti come intendo di fare io. Senti? Suonano le ore a tutti e due gli orologi di Marktplaz — sono le tre. Ti pare che una buona cristiana debba vegliare ancora? Dormi tranquilla Gretchen, domani schiariremo la cosa.

Su questa saggia conclusione i due sposi chiusero gli occhi.

Ben tosto la camera ripercosse il russare sonoro e prolungato di Joseph Goldbacher, mentre il sonno di Gretchen, più leggero, tradiva l’inquietudine.

     Neera, Novelle gaje. 11