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122 | Novelle gaje |
tutto quello che poteva suggerirmi una vita di trent’anni spesa alla ricerca del vero amore.
Ella oppose qualche resistenza; parlò della signorina Giacobbe, de’ miei impegni, della mia posizione e concluse chinando il capo:
— Sono povera.
Ed io risposi stringendola sul cuore:
— Uniremo le nostre due povertà e ne faremo una ricchezza.
Il buio era completo; al di sopra di noi il gobbetto accese la sua lucerna.
Ella si sciolse dalle mie braccia e un momento dopo la luce blanda d’una lampada di cristallo illuminò la cameretta.
Soavissimo nido! Era così ch’io l’avevo sempre sognato.
E come mai trovandomi presso alla felicità ero andato a cercarla altrove?
— Ma forse è meglio, meglio, meglio! — esclamai fregandomi le mani.
— Che cos’ha? — chiese la mia vicina.
— Ho trentacinque anni, duemila lire di stipendio e una voglia pazza di sposarla!
Questa dichiarazione alla bersagliera fece impallidire che rispose:
— Ella non ha pensato certamente alle conseguenze di una risoluzione improvvisa...
— No, non è improvvisa. Dal primo momento che udii la sua voce presi a odiare la signorina Giacobbe, che d’altronde non avevo mai amata. Lei, lei è la mia donnina ideale, la compagna che il mio cuore