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12 | l'asceta. |
di pace sui trivii dove le più sozze vendette si compivano in tragedie di sangue. Passò inascoltato, puro e disilluso, ed andò a portare la sua fede ardente in altri luoghi.
Egli volle conoscere il mondo dei felici che, non avendo nessuna lotta, nè di denaro, nè di sensi, nè di ignoranza, parevano i meglio disposti ad accogliere la grazia; ma anche qui naufragò nei gorghi più crassi del materialismo e della indifferenza. Le divine parole “ciascuna creatura è per la sua perfezione„ sembrava che si fossero arrestate alla soglia di quel tempio di egoisti. Non vi erano fra loro creature nobili, nè ignobili, ma solo una massa uniforme e compatta di pilori e di ventri.
Andò, andò ancora, cercando con ansia amorosa là dove la fede gli indicava più sicuro tabernacolo ai suoi ideali, e fu l’ultimo, il più terribile dei disinganni.