Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
142 | il male. |
— Quanta luce!
· | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · |
Egli comprese. Nessuna preghiera usciva più dalle sue labbra, ma il suo cuore medesimo si scioglieva, si innalzava come un vapore di lagrime, come un incenso di dolore, accompagnando l’agonia luminosa.
E successe allora il più grandioso miracolo dell’armonia delle anime. Egli penetrò nel pensiero della sua diletta così intimamente da sentirsi uno spirito solo, da partecipare alla stessa visione ultrasensibile. Scese su di lui la stessa calma, lo stesso distacco assoluto dalle cose, lo stesso assorbimento nell’al di là.
Una frescura riposante sembrava circondarli; raggi tenui e splendenti uscivano dalle tenebre, per cui potevano fissarsi in volto, e pareva ad entrambi che si stesse preparando una grande dol-