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cuore nè di intelletto, trovandolo buffo, ne rideva.

Sulle prime s’era prestata, per civetteria, ad accogliere gli omaggi del giovane principe, che da un mese le faceva una corte assidua. Trovava curioso di sentirsi ripetere tutto quello che egli doveva già aver detto alla contessa Colombo, e le modificazioni che necessariamente introduceva nel suo frasario galante, la mettevano di buon umore.

Quando le dichiarava, in estasi, la sua adorazione per i visetti bianchi sfumati in color di rosa, Lydia pensava alla faccia gialla della contessa. L’avrà paragonata ad un arancio, come già fece un poeta, concludeva in sè stessa, e le accadeva allora di mormorare a fior di labbro, trattenendo le risa: — Elle était jaune comme une orange! — e il duchino, che non aveva letto Musset, continuava a guardarla in estasi.

Ma a poco a poco, alla leggerezza giovanile