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Dall’acqua salivano voci confuse, domande che si perdevano sotto a un’ondata, piccoli strilli, grida giulive, esclamazioni di trionfo, richiami, segni di convenzione. Braccia candide e toraci muscolosi apparivano e sparivano alternativamente, ora cullati, ora travolti dai marosi. Chiome di donna sciolte nella lotta radevano la superficie dell’acqua, mentre un bel corpo impavido filava dolcemente alla luce, supino, facendo il morto.

A tratti, dopo aver compito un salto magistrale, i giovinotti uscivano tutti stillanti verso la rotonda, quasi aspettando un premio. Dal parapetto della rotonda si protendevano allora, riparate dai larghi ombrelli, testine bionde e brune; due o tre parole volavano nella brezza marina; uno scoppio di risa soffocato faceva ondeggiare le mussoline e, talvolta, un fiore o una pezzuola trinata cadevano dall’alto in mare.

Un sole di fuoco bruciava e illuminava ogni cosa.