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uno solo, e, col braccio appoggiato sulla spalliera della poltrona, ascoltavano sorridendo, mettendo a posto i braccialetti. Erano tutte circondate dai loro fidi, dagli spasimanti, dagli amici, dai corteggiatori che formavano intorno ad ognuna una specie di piccola corte, come un crocchio intimo, come tanti salottini particolari nel gran salotto comune.

Le ragazze le imitavano del loro meglio, copiando i sorrisetti pieni di sottintesi, le lunghe occhiate freccianti, certi movimenti delle spalle; e nel modo di voltare il capo indietro sporgendo il busto, nelle voci scalate, nei respiri o trattenuti o esagerati o dolcemente convulsi, che facevano fremere qual spuma le trine aeree sui petti nudi.

Scintillavano le gemme sotto i doppieri; scintillavano in mezzo ai fiori e ai cristalli le belle spalle alabastrine; scintillavano i sorrisi sulle bocche umide. Da quelle dame, da quei gentiluomini, avvezzi a mentire sempre