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Una volta o due don Leopoldo girò la testa per vedere che cosa attirasse l’attenzione di sua nipote, e concluse che era una perdonabile vanità dei sedici anni. Donna Clara, sbadigliando, sentenziò che gli specchi sono una cosa noiosa, perchè costringono gli occhi a volgersi dalla loro parte, anche non volendo.

E Lydia guardava sempre, guardava al di là della sua figurina rosea, in un angolo della sala, mezzo nascosto da alti arbusti, ma che lo specchio rifletteva fedelmente. Guardava un divano sul quale un giovane cadetto di marina, infiammato di zelo, come se fosse sul ponte della sua nave, parlava con una signora; guardava la signora, procace, civettuola, sorridente, con quell’aria indefinibile di soddisfazione che prende il volto di una donna, quando un uomo le fa la corte.

L’attitudine aggressiva del cadetto diceva: — Vi trovo di mio gusto, siete bella, e vi amo.

Gli occhi della signora rispondevano: