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— No.

— Di celeste. Sta bene in celeste; è un colore che si armonizza perfettamente col suo genere di bellezza. Che genere pare a te?

— La bellezza della signorina Arimonti? Ma... mi pare un genere serio, con una intonazione di dolcezza nello sguardo, che mi fa supporre in lei un’anima sensibilissima.

— Oh! sì, sensibilissima — ribattè Lydia; ma dall’accento si capiva che il suo pensiero era già altrove.

— Quella è una buona amica — riprese don Leopoldo — una mente elevata, un cuore nobile...

— Costanza è stata molte volte ai balli, sai? Ha quattro anni più di me...

Senza finire la frase, Lydia attraversò d’un balzo il salotto, dando l’idea di una foglia di rosa portata dal vento. Ella aveva scorto, sopra un tavolino, un mazzetto di viole mammole.