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suonate all’orecchio come promesse di una felicità futura.
Più tardi nei giuocatoli raffinati, negli oggetti d’arte, nelle incisioni dei libri, nei mobili, nei gingilli, in ogni piccola cosa che la circondasse, la ricerca continua del bello l’aveva abituata a mettere questo pregio al di sopra di tutti gli altri.
Sballottata dalla bambinaia alla governante, dal maestro di piano al maestro di disegno, senza un filo di connessione, senza una misura, con molti insegnanti, ma nessun educatore, ella era cresciuta libera in una società dove tutto è vincolo e finzione; accettando il bello naturalmente perchè non aveva bisogno di spiegazioni, e ignorando in modo assoluto tutto ciò che non aveva un rapporto diretto coi sensi.
Era figlia de’ suoi tempi; aveva il sangue misto, parte di decadenza aristocratica e parte di insolenza borghese arrivata in alto. Molto