conchigliette rosee perdute fra i capelli; e i capelli stessi non erano la parte meno bizzarra di questa leggiadra creatura; bruni di origine, a furia di arricciature, di polvere di riso, di bagni profumati e d’olio di nocciuole, avevano preso una gradazione chiara, tra il castagno e il biondo, variabile secondo i giorni e le ore. Per quella circostanza, il capriccio di Lydia li aveva sciolti sulle spalle, soffici, ondulati, riuniti all’estremità inferiore da un fiocco color di rosa; davanti le piovevano frangiati sulle sopracciglia arcuate o fine, e qualche ciocchettina più lunga delle altre le velava tratto tratto gli occhi. Il vestito di crespo, del colore di una pallida rosa, appariva sbuffante e come gettato a caso intorno al suo corpicino; ma sotto, una corazza di raso la imprigionava strettamente, esagerando i contorni, lasciando libere appena le braccia e le spalle denudate fino alla clavicola, che una ghirlandina di rose copriva. I guanti,