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— Come tutto cambia, tutto — pensava il vecchio gentiluomo, fissando ora lo sguardo sulla musica all’ingiro. — Ebbrezze, diceva il titolo di una romanza, che attirava l’attenzione per una copertina color perla, sulla quale spiccava il torso nudo e procace di una donna.

Sorrise, rammentando ciò che gli aveva detto un giorno una sua parente educata in monastero: che le suore disegnavano a matita i camicioli per gli amorini, svolazzanti sui frontispizi di certe musiche.

— Come tutto cambia! e — il sorriso scomparve — migliora? — si domandò don Leopoldo.

Una ruga apparve sulla sua fronte.

Guardava nel vuoto, al di sopra del pianoforte, dove la lucerna non mandava nessun raggio. Gli sembrava vedere nell’evocazione di larve passate, altri pianoforti, altre musiche dal titolo sentimentale, sulla cui copertina un’arte pudica faceva sorgere donne bianco-vestite, dalle forme parche, dai corpi sottili