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dei marchesi Arimonti si trovava a vent’anni bella, ricchissima e sola. La madre era stata una donna galante, l’avola anche; e la cronaca parla di una Arimonti maritata a un gentiluomo francese che tentò, sotto il regno di Luigi il Grande, di contendere lo scettro alla Maintenon.

Volgeva un periodo infausto per le donne della mia famiglia; ma Jeronima, purissima, nulla sapeva di tutto ciò. Era cresciuta in un castello lontano dalla città, ignara delle insidie e delle tristizie del mondo. Lavorava, suonava l’arpa, e andava a caccia con un vecchio scudiero; era benefica, era buona.

Si innamorò di lei il figlio di una famiglia nobile e influente, ed ella corrispose a un amore che sembrava dovesse avere il più lieto fine. Però, quando il giovane ebbe espresso il desiderio di tali nozze, la madre di lui, una principessa genovese, vi si oppose energicamente. Preghiere e suppliche, tutto fu vano. La principessa dichiarò che non avrebbe mai