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Dicendo “è inutile„ Lydia si toccava il cuore, se lo sosteneva come un povero membro disfatto; stesa vestita sul suo ampio letto in mezzo alle tede della coperta e ai lacci di amore, il cui vivo azzurro risaltava nell’ombra viola dei cortinaggi, facendo cornice al viso che sembrava di cera.
Egli stesso non sapeva in qual modo consolarla, sentendo la impotenza delle parole davanti a quella disperazione terribilmente muta. A intervalli, dopo un silenzio penoso, tentava le parole: rassegnazione, coraggio... Ma Lydia lo interrompeva, con un gesto; finalmente, quasi rispondendo a tutto ciò che egli non aveva potuto dire, mormorò piano, interrompendosi sovente per respirare:
— Vede il vantaggio di coloro che sono abituati a soffrire?... io non posso, non posso! E il vantaggio di quelli che credono? e di quelli che amano? Io non posso, non posso; non amavo che lui!