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Ora è mio, capisce, Calmi? è mio, lo amo, lo voglio. Che importa a me quello che è stato? Che importano a me i giudizi del mondo? Io lo amo.
Parlava convulsamente, a voce rotta e supplichevole, con gli occhi velati di lagrime.
Calmi si sentiva a disagio, in quella parte di carnefice; era anch’egli un po’ turbato. Le prese le mani lentamente, con molta dolcezza, scegliendo le parole che potessero ferirla meno; la venne persuadendo che non giovava illudersi, Keptsky essendo legato più che mai alla baronessa sua complice.
— E allora — si pose a gridare Lydia, sotto il parossismo di una improvvisa reazione, investendo l’avvocato, perchè non ha parlato prima? Perchè ha lasciato che il matrimonio si facesse pubblico? perchè non si è presentato lealmente, apertamente, in faccia a tutti, sostenendo la sua accusa? È dunque lei l’ipocrita che non ha il coraggio delle pro-