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di avversa fortuna, ed eccoti un uomo a terra; gli si contesta perfino il titolo di nobiltà. Senza fatica, le tornavano alla mente le numerose circostanze che l’avevano gettata anch’essa in balia dell’opinione pubblica, e rideva di un riso mordace, fatto di sprezzo.

Non era conte. E quand’anche? la nobiltà l’aveva scritta in viso, più di chiunque era degno di portarne i distintivi. A voler rivedere le buccie a tutti quelli che inalberano una corona sulle loro carte da visita, ci sarebbe da distruggere mezza nobiltà. Faceva spalluccie, tra nauseata e indifferente.

E poi pensava ancora: Ha commesso degli sbagli? Non ha pagato forse un debito di giuoco? Oh! i grandi delitti del codice mondano. Ha... (cercava nella sua mente qualche cosa di più grave ancora, ma crollando la testa concludeva): Ebbene, fosse pure colpevole, io lo amo. Non è una bella parte dell’amore il perdono? Non ha detto Gesù: Chi è senza colpa getti la prima pietra?