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Che raggio celeste ne’ suoi occhi! Un’ombra soavissima ne smorzava l’ardore, mentre stringeva le mani della sua fidanzata, continuando a voce bassa e fervente, la voce di un fanciullo che si confessa per la prima volta.

— Temo di non essere degno di voi.

— Oh! Riccardo...

— Ho avuto una gioventù dissipata; sono stato imprudente, avventato, mi sono creato molti nemici.

Lydia era indignata per la malignità del mondo. Ecco dunque tutte le colpe di Keptsky: imprudente, avventato; e se ne confessava come di falli gravi, spontaneamente.

Avrebbe voluto esser regina per innalzarlo fino a lei. Quelle confidenze accrescevano il suo amore, mettendogli accanto una compassione, un desiderio di riabilitarlo, di compensarlo. Lydia era ben fatta per sfidare la società, e meglio di chiunque poteva comprenderne l’odio.