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— È impossibile che lo conosca. Si trova da un mese appena in Italia.
— E in un mese?...
— Le pare strano, nevvero, ma è così. In un mese ci siamo visti ed amati. Ecco una cosa che ho dovuto provare per credere.
— Keptsky, Keptsky.
— È inutile, non lo conosce.
— Eppure non mi è nuovo. Forse ne sentii parlare al Circolo, appunto da amici miei che tornavano da Vienna.
Alcuni giorni dopo, Calmi diceva a Lydia:
— Il suo Keptsky non si chiama Riccardo?
— Sì, Riccardo.
La fronte di Calmi si rannuvolò.
— Perchè me lo chiede?
— Perchè il Keptsky di cui ho udito parlare si chiama precisamente Riccardo.
— E così?
— Così non potrei fare i miei complimenti.
— Calmi, sono scherzi di cattivo genere.