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occhi il collo di Keptsky, un pezzettino di collo tra l’orecchio e il mento, bianco, muscoloso, che si perdeva in alto sotto i capelli castagni tagliati corti, che aveva un profumo forte di giovinezza, il profumo di un prato falciato di fresco.
— La Morte — tornò a dire don Leopoldo, segnando coll’indice scarno il frontespizio del romanzo.
— Che hai, zio?
— Vuoi leggere?
— Ora no, se non ti dispiace, più tardi; sono un po’ stanca.
— La flanella, Lydia, la flanella.
Il vecchio volle togliersi lo scialle d’in su i ginocchi per metterlo addosso alla ragazza.
— No, zio, sto bene.
— Allora...
Si fermò, colla bocca aperta, l’occhio imbambolato, non ricordandosi più quello che voleva dire. A poco a poco chiuse le palpebre,