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sue mani la strinse con tanta dolcezza appassionata ch’ella si sentì svenire.

— Keptsky — mormorò, sollevando gli occhi, dove era un infinito desiderio d’amore.

Non dissero altro, cogli sguardi perduti negli sguardi, ascoltandosi palpitare.

La pioggia stava per finire; qualche goccia appena colava ancora dai tetti, dagli sporti delle finestre. Senza parlare uscirono dalla casa che li aveva riparati. A metà via incontrarono una carrozza vuota.

— La fermo? chiese Keptsky.

— Sì.

Le loro voci erano cambiate, frementi come le corde di un’arpa dopo la tormentosa voluttà dei suoni.

Egli la prese in braccio e la pose nella vettura, accomodandole intorno le vesti molli.

— Grazie — disse lei, porgendogli la mano.

Keptsky la baciò, delicatamente, prima di chiudere lo sportello; ma Lydia tornò ad aprirlo.