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— Vedrete il mio piano; è un capolavoro di eleganza e di sonorità. Io vi accompagnerò, e voi mi canterete la serenata di Gounod: Quand tu dors...
Si pose a gorgheggiare sottovoce, mollemente.
— Più distacco nei toni, così: Quand tu dors, ton visage me semble plus beau.
Egli aveva una voce calda, giovane, che dava brividi di piacere, che sembrava solleticare il midollo delle ossa. Non c’era nessuno intorno a loro. Davanti la campagna, a tergo le mura della città; ed era come se fra essi e l’universo ci fosse di mezzo un abisso.
Il discorso cambiò ancora. Egli disse che aspettava lettere da Vienna, che intendeva di prolungare il suo soggiorno in Italia più che fosse possibile, che l’Italia era stata per lui una rivelazione.
— Se mi promettete di non ridere, vi confesserò che io torno a vedere qui il dolce fantasma della mia infanzia, le pallide sultane