Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 292 — |
grande dominio su sè stesso, ebbe un istante di esitazione.
— Mia cugina mi ha incaricato di salutarvi.
Non aggiunse altro. Una rimembranza molesta era passata qual lampo nella mente di Lydia, ma la cacciò via subito. La realtà era lì, bella, affascinante.
Parlarono delle loro gite a cavallo. Lydia gli chiese se avesse cavalcato ancora negli scorsi giorni.
— No, mi avrebbe fatto troppa malinconia.
Come a lei. Ah! che tentazione di gettargli le braccia al collo! Per non tradirsi si pose a ridere, facendo risuonare i braccialetti, tirando i guanti che le scivolavano giù dalle braccia, e dopo un po’ di tempo, disse:
— Che caldo, nevvero?
Guardarono il cielo tutti e due con grande attenzione, sentendo che i loro sguardi si incontravano in quel punto lontano.
E poi parlarono di libri, di giornali, di musica.