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Non avevo nessuna idea del corpo femminile; le mie donne, vere chimere, terminavano con un paio d’ali.

Lydia avrebbe voluto saperne ancora di più, sapere se egli aveva preso in pace la caduta di quelle ali. Ma come chiederlo? Ella taceva allora, spronando il cavallo, con un bisogno di moto, un bisogno di respirare l’aria a pieni polmoni.

Keptsky la lasciava correre per un po’ di tempo. Quando si decideva a raggiungerla, nessuno dei due parlava; continuavano al trotto serrato, cogli occhi fissi sulla lunghezza della strada. A poco a poco rallentavano il passo, le redini cadevano, gli sguardi, fuggendo da un punto all’altro, riuscivano ad incontrarsi. In quel momento Lydia viveva, per intensità di giubilo, i trent’anni già passati della sua esistenza.

Ma perchè non poteva stare sempre con Keptsky? Ogni altra cosa sembrava così sco-