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brava avere, come i pianeti, un giro di rotazione propria, un interesse particolare, enigmatico. A certe ore Théa scompariva, Keptsky andava a tirare di fioretto nella sala del bersaglio, la contessa Colombo si appisolava sui divani, Lydia fantasticava. Ritrovandosi all’ora di pranzo, si guardavano sottecchi, quasi credendo di trovare dei cambiamenti di fisonomia. Molte volte Lydia aveva osservato che Théa era pallida; molte volte Théa si era accorta che Lydia prendeva sempre più un’aria preoccupata, pensierosa. Studiandosi così a vicenda, dimenticavano di parlare.
C’era Keptsky però, sempre sveglio, galante, brioso, col suo spirito elastico e pieghevole, che si adattava a qualsiasi ambiente, padrone della situazione qualunque essa fosse, capace di giuocare una partita di whist colla contessa, facendole dei complimenti, senza diventar verde.
L’ammirazione di Lydia per questo giovane