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e vi si diresse, sempre a guisa di sonnambula, a guisa di chi, avendo fatto un lungo viaggio di mare, non riesce a star saldo alla terra.
Seduto al piano, di cui una sola candela era accesa, stava Keptsky. Lo si vedeva di profilo, colla testa leggermente piegata indietro, la parte superiore del volto immersa nell’oscurità; la bocca, davanti alla fiamma della candela, mostrava il sorriso fino, spirituale, a cui la freschezza vermiglia delle labbra dava appena una sfumatura di sensualità delicata.
Accanto a lui, dalla parte dove la candela era spenta, biancheggiava un mucchio di trine sul tappeto. Era la baronessa accovacciata sopra un cuscino, colla fronte contro la tastiera, nell’abbandono confidenziale e stanco di una grande estasi.
Lydia, si fermò sulla soglia, con uno scoramento nel cuore, una malinconia e una sensazione nuova, una avidità, un desiderio ignoto ma prepotente, che le metteva dell’a-