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tima sua sensazione fu di essere divenuta leggera, qual piuma trasportata nell’aria, via via, come cullata da braccia amorose, nell’abisso dello spazio. La sensibilità de’ suoi nervi, restringendosi sempre verso il centro, s’era ridotta al solo battito del cuore; improvvisamente perdette anche questa percezione.

Passò un minuto o passò un’ora?

Si destò al suono di una musica che pareva un sospiro, pareva il mormorío della brezza corrente tra gli alberi del giardino. Musica, profumo, freschezza di rugiada, tutto ciò veniva a lei nella calma della notte, misto a lembi di sogno, a battiti d’ali invisibili, a un vanire dolce di fantasmi sotto il primo agitarsi dei nervi che tornavano alla vita.

Dal mondo delle larve, dov’ella usciva, le restava ancora negli occhi un barbaglio stanco, un fluttuare di veli, un succedersi di forme, di colori, di profili dissolventi, finchè ripresa a gradi la coscienza del proprio essere aperse gli occhi, nel buio, e ascoltò.