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XVI.
— Egli ha avuto dei gravi dispiaceri, — diceva Thèa parlando di suo cugino, alla sera, intanto che l’ombra entrava nel salotto.
— Gravi dispiaceri? — ripetè Lydia macchinalmente guardando nel buio, dove non c’era nulla, ma dove le sembrava di veder scintillare gli occhi di Keptsky.
— Ha lasciato il reggimento, — continuava Thèa, baloccandosi colle nappe della sua vestaglia, — mio marito è un po’ in collera con lui... che farci? Se si potesse conoscer tutto!
— Tu non parti così presto?