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che le mani tremavano stringendo i rosarii. Cento anime ardenti, innamorate, volavano, insieme al canto divino, su in alto, fuori del mondo, trasportate da un ideale che Lydia non aveva — ed esultavano, erano felici...
Felici! Ecco dunque ciò che le sarebbe mancato sempre. Un affanno la prese, una tristezza senza nome e insieme la paura nel trovarsi così profondamente sola. Un minuto ancora ch’ella restasse nella chiesuola, e piangeva; sì, avrebbe pianto in mezzo a quelle donne, invidiandole, morsa al cuore dalla disperazione di non poter amare.
Si allontanò, inosservata, correndo; mentre sotto le vôlte della povera chiesa echeggiava l’ultimo canto: Agnus Dei, qui tollis peccata mundi.
Alla villa non si erano accorti dell’assenza di Lydia, la credevano in camera. Quando entrò nel salotto terreno, così come si trovava, col parasole in mano, vide Théa che discor-