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terrogare la natura, le si affacciava il misterioso enigma della vita, il perchè di tante ebbrezze, di tante lagrime, di tante estasi che essa non conosceva. Ci doveva essere una emozione più intensa della gioia, un piacere più forte di quello che si chiama comunemente piacere, qualche cosa di profondo che doveva scuotere tutte le fonti del sentire. Ma che cos’era? Apparteneva alle sensazioni esterne, o non era piuttosto uno stato di grazia, un’intima fecondazione per cui, invece che dalla natura all’anima, saliva dall’anima alla natura l’intendimento di tutte le cose amanti?
Che provavano mai quelle povere donne, apparse un momento prima poco più che animali domestici? Perchè questa sembrava tanto lieta accarezzando la testa del suo bambino? Perchè l’altra si trasformava tutta in un atto di adorazione sublime, cogli occhi fissi sulle nuvole d’incenso? Si indovinavano i palpiti del cuore sotto le vesti di cotone, si capiva