Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 248 — |
sua vita, nè come fede, nè come protesta. Non era nè credente, nè atea, perchè non ci aveva mai pensato. Da bambina si era abituata a considerare la messa della domenica come uno dei tanti riti sociali, come il saluto alle persone che si conoscono, come il cedere la destra, non sedersi a mensa prima dei superiori, mandare un biglietto di congratulazione, fare una visita di condoglianza, assistere a una conferenza della quale non si capisce nulla, e applaudirla.
Il suo pensiero, spoglio di idealità, non aveva mai provato il bisogno di innalzarsi verso un essere superiore; il suo cuore, senza veri dolori, non era mai stato trascinato allo sfogo consolante della preghiera. Le mancava affatto il sentimento religioso, nè in famiglia era stato coltivato; poichè don Leopoldo apparteneva un pochino, moderatamente, alla schiera volterriana che, sul principio del secolo, accoglieva le intelligenze più sottili, e