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annunciata qualche cattiva notizia d’affari; ma non ricevendo confidenze, non fece interrogazioni. Prima di coricarsi chiese a Thèa:
— Ti senti male?
Rispose di no.
— Posso esserti utile?
Rispose ancora di no.
Allora si salutarono, baciandosi sulle guancie.
Per la prima volta, Thèa chiuse l’uscio della propria camera.
L’indomani, Lydia, fu svegliata per tempo da un tramestìo nella casa; ed avendo cercato inutilmente di riaddormentarsi, si alzò e discese nel salotto terreno. Non c’era nessuno; le finestre chiuse, i fiori del giorno prima mezzo avvizziti nelle coppe, i giornali sparsi su per i mobili, tutto indicava che nemmeno le persone di servizio erano entrate ancora nel salotto.
Uscì nel cortile. Sulla porta delle stalle, un mozzo puliva i finimenti, e li metteva al sole per farne meglio asciugare e luccicare gli ot-